Lush e Unicredit: due grandi aziende che hanno fatto un passo indietro rispetto ai social network. Dalla corsa alla costruzione di un profilo aziendale su tali media, alla corsa per abbandonarli. È questo il fenomeno a cui stiamo assistendo nell’ultimo periodo; tutto l’entusiasmo iniziale per questi nuovi mezzi di comunicazione pare stia scemando lentamente. Perché tutto questo? Cerchiamo di scoprirlo attraverso questi due casi aziendali.
Lush, produttore di cosmetici fatti a mano e cruelty-free, ha recentemente annunciato l’abbandono dei suoi profili social con un post pubblicato sull’account ufficiale inglese.
Queste le parole che accompagnano l’immagine:
«Stiamo spegnendo i social, i social media stanno rendendo sempre più difficile per noi parlare direttamente. Siamo stanchi di combattere con gli algoritmi, e non vogliamo pagare per apparire nella vostra newsfeed. Dunque, abbiamo deciso che è tempo di dire addio ad alcuni dei nostri canali social e aprire invece la conversazione fra di noi. (…) Non vogliamo limitare il confronto a un posto solo, vogliamo che l’essere social torni nelle mani delle nostre community. Noi siamo una comunità e lo saremo sempre. Crediamo che possiamo fare più rumore usando tutte le vostre voci nel mondo, perché quando lo facciamo promuoviamo il cambiamento, sfidiamo le norme e creiamo una rivoluzione cosmetica. Vogliamo che essere social sia qualcosa che riguarda più le passioni e meno i like. Il nostro team di servizio clienti risponderà attivamente ai vostri commenti per tutta la prossima settimana, dopodiché potete parlarci via chat sul sito, e-mail o telefono. Questa non è la fine, è solo l’inizio di qualcosa di nuovo».
Una settimana dopo, sulla stessa pagina, viene annunciato il passo successivo, ossia la presentazione della “Lush Community”, invitando gli utenti a conversare col personale dei punti vendita, durante gli eventi e sul sito internet. Dunque, l’azienda ha rinunciato ai circa 572 milioni di followers. Navigando su Instagram, si nota che però il profilo ufficiale del Nord America è ancora attivo, così come i profili di alcuni punti vendita. Perché questa scelta parziale? Che Lush si stia spingendo verso un nuovo modo di fare business e verso una rivalorizzazione del punto vendita fisico?
Passiamo adesso a Unicredit, che ha rivelato (vedi immagine accanto) di aver abbandonato i social per motivi etici e per un calo di fiducia verso tali piattaforme. Il gruppo aveva già interrotto mesi fa gli investimenti pubblicitari su Facebook & C. in attesa di verificare se, dopo il caso Cambridge Analytica, Facebook fosse in grado di dare rassicurazioni sul trattamento riservato dei dati. Quindi, non si tratta di una strategia di comunicazione, ma di un modo in più per garantire la massima protezioni dei dati dei clienti. Che ci sia altro dietro questa decisione? Ci chiediamo quali saranno gli strascichi nel breve e nel lungo termine di questa mossa nell’ambito del rapporto con i clienti.
Voi cosa ne pensate?
Creato da Simona Guadagno