“Non sapere cos’è il Crispy è come non essere incoscienti da giovani.”
Con questa frase, McDonald’s Italia firma una delle campagne più riuscite degli ultimi tempi, trasformando il Crispy McBacon da semplice panino a simbolo generazionale.
La firma creativa è dell’agenzia Leo Burnett, che ha saputo fondere perfettamente tre ingredienti chiave: copywriting irriverente, strategia glocal e una dose calibrata di real time marketing.
Un panino, una generazione
Il volto della campagna è Achille Lauro, artista trasgressivo e perfettamente in linea con il tono di voce scelto dal brand.
L’obiettivo? Parlare ai giovani (e a chi giovane si sente), rendendo il Crispy McBacon qualcosa di molto più di un pasto: una tappa obbligata dell’adolescenza, un riferimento culturale da condividere, ricordare, raccontare.
Ironia + contesto = glocal che funziona
Uno degli aspetti più interessanti della campagna è la capacità di adattarsi ai contesti locali, mantenendo però una forte coerenza di tono.
In alcune città italiane, le affissioni recitano:
“Non sapere cos’è il Crispy è come… non conoscere il Carciofo Spinoso di Albenga.”
Un modo intelligente per creare prossimità culturale e stimolare l’identificazione, sfruttando simboli e prodotti iconici del territorio.
Il tutto condito da un tono ironico, leggermente provocatorio, che parla il linguaggio dei social e sa inserirsi nelle conversazioni in modo naturale, riconoscibile, perfino virale.
Immedesimazione, FOMO e copy da manuale
La campagna funziona perché tocca un punto preciso: l’orgoglio di appartenere a una cultura condivisa.
Se non conosci il Crispy McBacon, ti senti escluso. E questo crea FOMO (Fear of Missing Out), quella sensazione di essere rimasti indietro, fuori dal giro.
In un mondo in cui l’identità passa anche da ciò che consumiamo e condividiamo, mancare l’appuntamento con un’icona pop può farti sentire tagliato fuori.
Il copywriting è un altro grande protagonista, ogni frase è progettata per catturare l’attenzione in pochi secondi e restare impressa, proprio come succede nei migliori tweet o meme.
Quando il marketing crea cultura
Questa campagna non vende solo un panino.
Vende un’esperienza collettiva, un rito d’iniziazione, una inside joke a cui vuoi partecipare.
È un esempio perfetto di come un brand possa utilizzare gli strumenti del marketing per costruire senso di appartenenza, dialogare con il territorio e reinventare prodotti già noti, rendendoli di nuovo desiderabili.
In un mercato saturo di messaggi pubblicitari, chi riesce a farti sentire parte di qualcosa ha già vinto.
E McDonald’s, con questa campagna, segna un punto importante sul campo della cultura pop.
Articolo scritto da Gaia Cordella
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